martedì 25 marzo 2008

Spazzatura virtuale


Dopo aver trovato commenti spamming sul blog (utenti fantomatici che rilasciano commenti indesiderati che non c'entrano nulla con l'argomento dell'articolo e rinviano semplicemente a link porno e siti facilmente infetti) ed aver riscontrato lo stesso problema in alcuni blog amici, ho deciso di difendermi per quanto possibile, inserendo la "verifica parole" nel modulo-commenti, attraverso un semplice sistema in cui viene richiesto di digitare come controllo sull’autenticità dell’intervento, una di quelle parole nonsense e distorte, usate spesso dai siti per verificare che sia un essere umano, non un generatore automatico, a gestire l'interazione con il blog.

Odio lo spamming e chi lo pratica, anche in modo "inconsapevole", come chi invia le mail-bufala con presunte collette in favore di bambini moribondi e inesistenti come i neuroni di chi ci casca sistematicamente.

Nel caso riceviate anche voi una delle famigerate catene in cui viene richiesto di mandare la stessa mail ai vostri contatti internet, la prima cosa che dovete fare è interrompere immediatamente la catena e possibilmente avvisare chi ve l’ha mandata che si tratta di una STRONZATA, usando toni perentori per fargli capire quanto è coglione.

Qualora siate nel dubbio se inoltrare la mail oppure no, qualora vi domandiate se è il caso di essere COGLIONI pure voi oppure no, andate a fare una verifica sul sito di Paolo Attivissimo, un autentico profeta nello smascherare le bufale informatiche ed identificare, invece, quelle attendibili.

Non sopporto nemmeno chi manda una mail ad un’intera lista di centinaia di indirizzi, scrivendoli in modo che siano leggibili da tutti quanti. Gli spammer (i pubblicitari-spazzatura di Internet) usano queste catene per raccogliere indirizzi a cui mandare la loro assillante pubblicità più o meno pornografica, virus e compagnia bella. Se partecipate a una catena di sant'Antonio, anche il vostro indirizzo finirà nelle liste degli spammer.

Questo lo dovevo per la sicurezza del blog e dei miei visitatori D.O.B. (Denominazione ad Origine Brutta). Il sistema di autodifesa appena introdotto, nulla toglie ad un normale e sano utilizzo del Blog dei Brutti e del suo prezioso spazio per i commenti.

Per gli spammer: che un crampo al culo vi colga e che possiate soffocare nella vostra stessa cacca.

lunedì 24 marzo 2008

Inchiesta a puntate: Brutti e discriminati, ecco le prove.


III parte: Natura o cultura?

Ecco: è politicamente corretto militare per i diritti delle persone di colore, delle donne, dei portatori di handicap e delle minoranze sessuali, ma nessuno oserebbe scendere in piazza per chiedere un trattamento più giusto dei brutti. Come se fosse indecente dare valore all'apparenza fisica.

Negare l'apparenza è negare ciò che vediamo. Persino un padre dell'Illuminismo come Voltaire non disdegnava gli attributi fisici dei suoi interlocutori. Stando agli esegeti, anche Aristotele diceva spesso che "la bellezza vale come introduzione più di ogni lettera di raccomandazione". In quell'epoca così lontana, quando Platone gettava alcune delle basi del pensiero occidentale, l'aspetto fisico era rivelatore dell'anima, di una concordanza armoniosa tra la bellezza interiore e quella esteriore.
Non a caso la radice etimologica del termine cosmesi deriva da kosmos, armonia. Così, attraverso i secoli, mentre costruivamo tutta una serie di valori positivi per la bellezza, abbiamo implicitamente costruito dei valori negativi per i brutti.
Formalizzati scientificamente dal criminologo Cesare Lombroso, fortemente influenzato dall'antica scienza della fisiognomica e famoso per aver teorizzato che la bruttezza interiore, cioè la bassezza morale e la propensione al crimine, la si porta stampata in faccia. Secondo Lombroso, non si diventava brutti e cattivi, si nasceva così.

Fortunatamente la questione "natura versus cultura" oggi sembra risolta a favore della cultura, ma non è bastato per cancellare la nostra tanto segreta quanto colpevole avversione nei confronti dei brutti.

Nella nostra società edonista siamo ossessionati dall'aspetto fisico, dalla performance del corpo e nel contempo consideriamo che le questioni legate appunto all'apparenza siano frivole, futili, buone solo per le riviste femminili. Eppure, come per qualsiasi altra discriminazione, se abbiamo la prova che l'aspetto fisico è importante dovremmo prendere delle misure. Si tratta di agire perché la bruttezza non sia un fattore determinante e discriminante nella vita di un individuo.

Secoli di favole ci insegnano che i belli stanno con i belli, che nessuna principessa ha mai vissuto felice e contenta con un brutto e che l'orco Shrek non sta con Miss Mondo ma con un'orchessa che rutta.
E non lasciamoci ingannare dalla serie tv Ugly Betty, la storia di una ragazza bruttina, con l'apparecchio ai denti, occhiali dalla montatura improbabile e un look terribile, che lavora in un mondo dove invece bellezza e look sono tutto. Tra qualche puntata anche lei, come i personaggi delle favole, comincerà a trasformarsi: niente più apparecchio, vestiti sexy, trucco e occhiali glamour.

Per restare in quel mondo Betty deve adattarsi, migliorare il proprio aspetto. Altro che rivincita delle brutte! Certamente potremmo boicottare la nuova Betty, consolarci con l'ultimo libro di Umberto Eco, Storia della bruttezza (Bompiani), e poi scendere in piazza per scandire che "brutto è bello". Ma non illudiamoci: Senza voler essere troppo cinici, la vita quotidiana suggerisce che è più facile eseguire una rinoplastica che operare un cambiamento delle mentalità.


fonte: liberamente tratto e rielaborato da "Dweb Repubblica", autrice Maria Grazia Meda

martedì 18 marzo 2008

Inchiesta a puntate: Brutti e discriminati, ecco le prove.


II parte: L'anatomia è destino

Tutte le indagini che includono dei parametri di bruttezza e di bellezza dimostrano che la discriminazione nei confronti dei brutti comincia nella prima infanzia. Si tratta di una selezione insidiosa, strisciante, che perseguiterà i brutti per tutta la vita.
In un'indagine dei primi anni Settanta, tre studiose americane dimostrarono che già all'asilo i bambini belli sono considerati migliori dalle maestre e dai compagni, mentre i brutti sono puniti più spesso ed emarginati dal resto del gruppo.
Le cose peggiorano con il passare degli anni e l'arrivo delle pagelle.

Per dimostrarlo le tre ricercatrici si sono basate sulla metodologia introdotta dai sociologi David Landy e Harold Sigall. Un gruppo di insegnanti deve dare un voto a una serie di prove scritte, ma il voto varierà se il documento è accompagnato dalla fotografia dell'allievo.
Per un compito mediocre senza foto il voto è 4,7, ma sale a 5,2 se c'è l'immagine di un allievo attraente e crolla a 2,7 se il candidato è brutto.

Questa regola vale anche per gli insegnanti. Non solo gli studenti tendono a considerare migliore un professore bello, ma hanno in media voti più alti di chi ha un professore poco avvenente, uomo o donna che sia. Come gli studenti, anche i giurati in tribunale sembrano favorire i belli. A parità di crimine, l'imputato con un bell'aspetto fisico sarà condannato a una pena inferiore di alcuni anni rispetto all'imputato meno attraente.

E comunque nelle aule dei tribunali, sul banco degli accusati, ci sono più brutti che belli, come dimostra la recente indagine condotta dai due docenti americani Naci Mocan ed Erdal Tekin del National bureau of Economic research negli Stati Uniti.
Basandosi su un campione di 15mila liceali, i ricercatori hanno seguito il loro percorso dal 1994 al 2002, constatando che i brutti avevano commesso un numero di crimini al di sopra della media nazionale mentre i belli erano decisamente al di sotto. Una delle ipotesi fatte dai ricercatori per spiegare il risultato è, schematizzando: i brutti si sentono emarginati, trovano con più difficoltà un buon lavoro, tendono quindi ad avere dei comportamenti asociali.

Daniel Hamermesh, docente di economia all'University of Texas, è stato uno dei primi ad analizzare l'impatto dell'aspetto fisico sulla carriera e sullo stipendio dimostrando che, a parità di competenze e di posizione, un individuo bello guadagnava in media il nove per cento in più di uno brutto. Una differenza che con il passare del tempo sembra aumentare.
Una recente inchiesta condotta a Londra su un campione di 11mila colletti bianchi under 35 ha dimostrato che adesso il divario è del 15 per cento. Insomma c'è una "penalità di bruttezza" che gli economisti finalmente stanno cercando di quantificare.
(segue)


fonte: liberamente tratto e rielaborato da "Dweb Repubblica", autrice Maria Grazia Meda

domenica 16 marzo 2008

Inchiesta a puntate: Brutti e discriminati, ecco le prove.


I parte: L'ipocrisia.

Smettiamola di fare gli ipocriti: non è vero che l'importante è essere belli dentro. E non c'è neanche bisogno di chiedere conferma a noi brutti. Lo sappiamo tutti. Il problema è che ammetterlo è politicamente scorretto. E invece, la bruttezza è un handicap.

La prova, tanto perfida negli intenti quanto inconfutabile nel risultato, ci arriva dal dipartimento di Sociologia dell'università di Alberta, in Canada. Un gruppo di ricercatori ha deciso di affrontare il problema nel suo aspetto più sacro: il teorico cieco amore di una madre. Che stando ai risultati così cieco non è.

"Ogni scarrafone è bell’ a mamm’ soja" usiamo commentare con saggezza partenopea per giustificare gli slanci spesso fuori luogo delle nostre mamme, che di fronte ad un'oggettiva bruttezza dei propri figli, ci vedono ugualmente come sosia di George Clooney o Claudia Schiffer.
Difficile per un genitore ammettere di aver messo al mondo un "mostrino", ancora più arduo quando entrambi i genitori sono sani e belli. Misteri della genetica. rischiso porsi certe domande che non possono avere risposta.
Pertanto, "Vuolsi così colà dove si puote / ciò che si vuole, e più non dimandare..."

Torniamo all'inchiesta. Il gruppo, diretto dal professor Andrew Harrell, ha studiato il comportamento delle madri con i figli piccoli in una serie di supermercati. Risultato: più il bambino è carino, più la madre gli presta attenzione, non perdendolo mai di vista e tenendolo quasi sempre per mano. Ma se il pargolo è bruttino la madre - orrore! - diventa molto più sbadata, non lo tiene per mano, lo lascia allontanare e arriva persino a non allacciare l'apposita cintura di sicurezza se lo mette a sedere sul carrello. Resi pubblici i risultati, Harrell ha ricevuto centinaia di email di genitori indignati i quali, dopo avergli suggerito di vergognarsi per aver osato formulare un pensiero così cattivo, chiedevano se fosse legittimo sprecare i soldi dei contribuenti in ricerche offensive e inutili.

Ma sono davvero così inutili? Non c'è piuttosto un nucleo di verità che preferiamo eludere? Per il sociologo Jean-François Amadieu, docente alla Sorbona, le cose stanno proprio così. "Ci sono argomenti che nei Paesi latini preferiamo evitare. Uno è proprio quello della bruttezza e dell'aspetto fisico. Se noi dimostriamo che una persona bella guadagna di più, e quindi apriamo un discorso più ampio sull'importanza dell'aspetto fisico, rischiamo di venire presi per dei partigiani dell'eugenismo".
(segue)


fonte: liberamente tratto e rielaborato da "Dweb Repubblica", autrice Maria Grazia Meda

lunedì 10 marzo 2008

Senza parole

La più bella canzone italiana di sempre.

Cosa importa questa scatola di carne che ci portiamo a spasso? Bisogna essere applauditi dinanzi a questo vecchio teatro che è la nostra vita.
Bisogna tenersi per mano, senza dirsi parole. Bisogna imparare ad amare disinteressatamente, dove gli altri non sanno guardare, dove gli altri non hanno mai amato, superando i luoghi comuni e le apparenze, solo così saremo liberi di volare oltre l'azzurro della tenda...

Noi brutti, quando abbiamo dei sentimenti, siamo visti agli occhi della gente come fenomeni da baraccone. Il cuore va via, anche a sognare di scaraventarsi fuori da quel tendone, con un grande cannone. Ma la "regola" lo vieta. Noi non possiamo esaudire il desiderio di condividere le proprie emozioni con l'altro perchè "le regole del circo" non consentono...

Credo che nessuna canzone nella storia abbia dato tanta emozione come La Donna Cannone. E' soprannaturale, è unica!

Da ascoltare e riascoltare, in assoluto silenzio, nella penombra con gli occhi chiusi.

"E voleremo in cielo, in carne ed ossa... Non torneremo più...
E senza fame e senza sete.. e senza ali e senza rete.. voleremo via.."


La perfezione non ha bisogno di altre parole...

mercoledì 5 marzo 2008

Blog di Lotta e di Governo


Care Amiche, cari Amici, brutti e non,

Con questa lettera, voglio esprimere all’Assemblea in seduta plenaria la mia soddisfazione e la mia gratitudine per il voto espresso dalle urne. (visualizza i risultati delle votazioni)

La Fiducia che avete confermato alle idee e ai programmi del blog, e al suo ideatore nonché Presidente, ci dà ulteriori stimoli per proseguire la nostra battaglia, individuando se possibile nuovi e più ambiziosi obiettivi. In questi 2 mesi di "disbrigo degli affari correnti" ho potuto oltremodo registrare un’impennata straordinaria degli accessi al sito, abbiamo affrontato temi spinosi ed altri più leggeri; la storia di Augusto, come auspicavo, ha toccato i cuori.

Sarebbe stato davvero un peccato se tutto fosse finito lì.

Noi brutti siamo la maggioranza silente. Compito del mio mandato di Presidente è quello di dare voce e spazio a questa maggioranza e invitarla al passo più difficile ma anche liberatorio, che deve iniziare con l’autoconsapevolezza della nostra condizione e trovare una naturale conclusione con l’outing. Tutti noi dovremo riuscire a gridare senza alcuna vergogna: "anch’io sono brutto".

Il Nostro Manifesto ripartirà da un necessario rimpasto. Innanzitutto avvieremo un nuovo sondaggio per chiedere all’Assemblea di tutti i nostri amici, lettori, sostenitori e simpatizzanti, quali ritengono essere le priorità per il programma del blog e della costituenda Alleanza per i Diritti dei Brutti.

La seconda novità riguarda un grande concorso a premi per scegliere la nuova veste grafica del blog. Maggiori dettagli, comunque, verranno presentati nel prossimo post.
Ho avviato contatti importanti affinché presto ritornino a trovarci due autentiche colonne portanti, Tabatha e Maramaldo, che contribuirono a posare la prima pietra del Blog dei Brutti e a far crescere la nostra creatura. Il loro apporto, oggi più di ieri, è fondamentale.
Infine un grazie speciale al Sindaco di Montegrotto Terme, Luca Claudio, che proprio ieri ci ha fatto graditissima visita esprimendoci il suo appoggio.

Si riparte, dunque, con la vostra fiducia, ma ancor di più con la fiducia che le nostre battaglie siano giuste!
W i Brutti

Il Presidente